Nicolò Schira
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Mistero buffo. Potremmo tranquillamente prendere in prestito il titolo dell’opera teatrale di Dario Fo per fotografare e riassumere la stagione vissuta finora da Fikayo Tomori. Un’annata da montagne russe, a dir poco. Se con Paulo Fonseca il feeling era venuto meno dopo la sconfitta di Firenze a inizio ottobre, con l’arrivo di Sergio Conceiçao al timone della squadra rossonera sembrava, almeno inizialmente, tutta un’altra musica per il centrale inglese, che invece è nuovamente sparito dai radar. E pure da parecchio visto che non lo si vede scendere in campo in Serie A da ormai un mese e mezzo. Un digiuno di minuti che ricorda quello vissuto col predecessore dell’ex Porto in panchina.
L'episodio del Franchi
All’epoca il casus belli della sparizione di Tomori era stato l’episodio del calcio di rigore fallito al Franchi da Abraham, col centrale classe 1997 che aveva letteralmente strappato il pallone dalle mani del rigorista designato da Fonseca (Pulisic, ndr) per consegnare la sfera al centravanti. Quest’ultimo aveva poi fallito la trasformazione dagli undici metri e il Diavolo era uscito sconfitto 2-1 dal campo. Apriti cielo. Giorni di veleni e polemiche che in qualche modo alla fine si erano ritorte su Tomori, che da quel momento sino a fine dicembre (quando poi è stato esonerato Fonseca dopo l’1-1 con la Roma) giocò la miseria di 13 minuti in 10 giornate di campionato. Numeri da ragazzino del Milan Futuro aggregato tra i grandi e non degni di un elemento capace di vincere da titolare e protagonista l’ultimo scudetto rossonero nel 2022.
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Le scelte di Conceicao
L’addio di Don Paulo e il conseguente arrivo di Conceiçao avevano riportato in auge il numero 23, fin da subito schierato titolare dal nuovo tecnico. Un bel segnale di fiducia che aveva indotto il difensore a declinare le avance della Juve e soprattutto a far sfumare la cessione al Tottenham, che a fine gennaio aveva trovato l’intesa col Milan per acquistarlo. Operazione da 25 milioni più bonus andata, letteralmente, in fumo dopo il secco no esplicitato da Tomori, che - fatalità del destino - alla prima gara post chiusura del mercato invernale incappa in una serata storta con tanto di espulsione rimediata in quel di Empoli. Il Milan vince comunque in inferiorità numerica per 2-0, ma quel cartellino rosso, di fatto, segna la perdita del posto da titolare. Di nuovo. Scontato il turno di squalifica contro il Verona, Fik torna, infatti, a disposizione di Conceiçao senza però essere mai più impiegato dal tecnico portoghese.
Tomori guarda alla Premier League
E in tal senso i numeri parlano chiaro e non mentono affatto, come testimoniano gli zero minuti disputati nelle ultime cinque gare di Serie A. Una situazione che rimette così in discussione pure il futuro del centrale scuola Chelsea nelle fila del Diavolo. In estate, infatti, è probabile che tornino a riecheggiare le sirene della Premier League e stavolta Tomori potrebbe decidere di ascoltarle. Anche perché pure lo stesso Milan nel frattempo sta vagliando e seguendo diversi difensori centrali. Il segnale di come - dinanzi a una proposta allettante per tutti - non sarebbe da escludere un’eventuale cessione. Tempo al tempo. Intanto il classe 1997 continua a lavorare duramente in allenamento per provare a riconquistare la maglia da titolare e cercare, ancora una volta, di riscrivere il proprio destino da milanista. Ci riuscirà pure stavolta? Ai posteri l’ardua sentenza…
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Mistero buffo. Potremmo tranquillamente prendere in prestito il titolo dell’opera teatrale di Dario Fo per fotografare e riassumere la stagione vissuta finora da Fikayo Tomori. Un’annata da montagne russe, a dir poco. Se con Paulo Fonseca il feeling era venuto meno dopo la sconfitta di Firenze a inizio ottobre, con l’arrivo di Sergio Conceiçao al timone della squadra rossonera sembrava, almeno inizialmente, tutta un’altra musica per il centrale inglese, che invece è nuovamente sparito dai radar. E pure da parecchio visto che non lo si vede scendere in campo in Serie A da ormai un mese e mezzo. Un digiuno di minuti che ricorda quello vissuto col predecessore dell’ex Porto in panchina.
L'episodio del Franchi
All’epoca il casus belli della sparizione di Tomori era stato l’episodio del calcio di rigore fallito al Franchi da Abraham, col centrale classe 1997 che aveva letteralmente strappato il pallone dalle mani del rigorista designato da Fonseca (Pulisic, ndr) per consegnare la sfera al centravanti. Quest’ultimo aveva poi fallito la trasformazione dagli undici metri e il Diavolo era uscito sconfitto 2-1 dal campo. Apriti cielo. Giorni di veleni e polemiche che in qualche modo alla fine si erano ritorte su Tomori, che da quel momento sino a fine dicembre (quando poi è stato esonerato Fonseca dopo l’1-1 con la Roma) giocò la miseria di 13 minuti in 10 giornate di campionato. Numeri da ragazzino del Milan Futuro aggregato tra i grandi e non degni di un elemento capace di vincere da titolare e protagonista l’ultimo scudetto rossonero nel 2022.
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